L'esperienza è sotto gli occhi (e le dita) di tutti. In alcuni giorni, in alcuni orari e per qualche istante o qualche secondo, internet rallenta all'improvviso. Non si riesce ad aprire il video, la pagina delle news non si carica, il gioco "lagga", scaricare un file diventa un problema e la video chiamata impossibile.
È un esperienza sempre più frequente sia su connessioni fisse che mobili, le quali, alla fine, condividono le stesse infrastrutture dorsali.
Come si spiega tale degrado?
Semplice, ci sono troppi utenti che percorrono la stessa strada. Per la precisione, troppi dati sulla stessa rotta.
Gli utenti Internet stanno crescendo in maniera molto rapida, nei cinque anni tra il 2013 e il 2017 gli utenti internet sono aumentati di 1 Miliardo.
E il prossimo miliardo non aspetterà altri 5 anni, infatti entro il 2021 si aggiungerà un altro miliardo di nuovi utenti (2). Oggi ci sono circa 4 miliardi di persone online, e nel 2021 saranno più di 5 miliardi. Prima del 2030, il 90% della popolazione mondiale sarà online. Il trend è molto chiaro e con una crescita che accelera ogni anno. (fig.1) (3)
Con uno scenario del genere è naturale attendersi problemi di congestione.
Da un punto di vista astratto, Internet rispetto all'utente è una coppia di code (buffer).
L'equivoco più grande e pericoloso è pensare ed aspettarsi che se ho una fibra da 100 Megabit al secondo, i miei dati vanno e vengono ogni istante a 100 Megabit al secondo.
L'equivoco è nella parola "ogni istante". È vero che il tuo dato viaggerà a 100 Mbit al secondo (o quasi...) ma solo quando viene il tuo turno. Ed è l'attesa del tuo turno che causa tutti i problemi di cui sopra.
Sarebbe molto meglio transitare subito a 20 Megabit al secondo che a 100 Mbit dopo una lunga attesa. (che sia chiaro, parliamo di millisecondi, ma su certe applicazioni fanno un enorme differenza). E difatti una connettività professionale con una minor coda costa di (molto di) più di una 100 Mbit congestionata.
E, secondo i dati di cui sopra, questa coda è destinata ad ingrandirsi sempre di più.
La soluzione è utilizzare code meno congestionate. In cui il rapporto tra banda e utenti, ovvero la Banda Minima Garantita (BMG), è più alto.
La BMG è una caratteristica che alcuni provider offrono la quale, visto la congestione di cui sopra, ha un valore e un costo sempre più elevato. Perché BMG significa che il provider mantiene limitato il numero di utenze, e di conseguenza il costo per utente è più alto. Infatti scorrendo i listini delle connettività professionali dei grandi operatori si scopre che le ADSL e le VDSL con BMG costano anche 10 volte in più delle rispettiva ADSL/VDSL senza BMG.
Ma dove si applica la BMG?
Lì dove c'è maggiore congestione, cioè sulla rete di trasporto (1). La rete di accesso, quella più vicina al cliente, spesso è sovradimensionata, difficilmente soffre di congestione.
Il problema è che poi tutti gli accessi vanno a finire su un unico flusso che invece è sottodimensionato.
Ed è li che il proprietario della rotta decide il rapporto banda/utenza (BMG).
Spesso chi ha una connettività in FTTH, da 1 GIGABIT, pensa (legittimamente) di avere a disposizione ogni istante di 1 Gigabit. Se conoscesse il vero rapporto banda/utenza (che per l'utenza domestica FTTH è di circa 200Kbps) forse avrebbe meno pretese.
Noi pensiamo che ci sia un'enorme domanda di connettività più reattiva di quella "best effort" offerta al mercato consumer. Per applicazioni real time come il VOIP, per lo streaming e per il gaming. E in generale per chiunque voglia una maggiore rapidità nell'utilizzo della rete. Purtroppo i grandi provider offrono questo tipo di connettività solo alle aziende e talvolta solo alle grandi aziende. E a costi poco accessibili al mercato consumer e alla piccola impresa.
(1) Where in the Internet is congestion? Johns Hopkins Applied Physics Laboratory
(2) Bain & Co.: Where Will the Next Big Wave of Internet Users Come From?
(3) Growth of the Internet